SERRA SAN BRUNO

Certosa dei S.S. Stefano e Bruno

 

La storia di questa Certosa la si può suddividere i quattro periodi:
 

Dal 1091 al 1193: L’anno di fondazione di questa certosa è il
1090, anno in cui San Bruno giunse in Calabria. Egli aveva gia
fondato nel 1084 la grande Chartreuse presso Grenoble in
Francia iniziando la storia dell’ordine. Il terreno dove poter
edificare la certosa , fu generosamente donato dal conte
Ruggero il normanno in località “torre” a circa 850m d’altezza,
nel cuore della Calabria “ulteriore”. Questi luoghi erano simili a
quelli trovati nel Delfinato (Grenoble). Quindi ideali per la
contemplazione divina, la solitudine, il silenzio, elementi questi
indispensabili per condurre vite eremitica (desertum) . Fu qui che
Bruno fondò l’eremo di Santa Maria del Bosco e poco distante, a
2 km, ove sorge l’attuale certosa, fonda per i conversi il
monastero di S. Stefano, ma dopo soli dieci anni domenica 6
ottobre 1101 muore Bruno circondato dai suoi confratelli. Da
questo momento in poi la certosa è retta da Lanuino amico e
degno successore del santo a cui gli succedono altrettanti uomini
ispirati agli insegnamenti brunoniani.
 

Secondo periodo che va dal 1193 al 1500.
 

Dal 1193 al 1500 l’indirizzo monastico cambia passando dalla
regola certosina-eremitica a quella cistercense-cenobitica.
 

Terzo periodo che va dal 1500 al 1826.
 

Nei primi anni del 1500, esattamente verso l’anno 1505 vengono
ritrovate al disotto della chiesa di S. Maria del Bosco i corpi di
Bruno e Lanuino che erano stati in quel luogo sepolti ma dei
quali a causa delle alterne vicende avvenute nel corso dei secoli,
si era persa memoria. Fu un grande evento, le reliquie furono
portate in processione il martedì di pentecoste (processione che
da allora si svolge ogni anno). Fu a seguito di questi eventi che
nel 1514 papa Leone X a Serra santificò Bruno e richiamo i
certosini. Questi con grandi sacrifici ricostruirono il monastero.
Inizia così il periodo di maggiore fulgore per la comunità, grazie
alle nuove vocazioni all’arricchimento artistico dato dalla
realizzazione di opere di pregevole valore artistico. Ma il 7/2/1783
un terribile sisma arrestò tutto ciò distruggendo la certosa
irreparabilmente e facendo circa 40.000 vittime in tutta la
Calabria. All’interno della certosa avviene un prodigio, i monaci
restano tutti illesi.
Resti della Certosa cinquecentesca
I monaci devono abbandonare i resti della struttura la quale viene
spogliata, finché nel 1808 un decreto di G. Napoleone la
sopprime.
 

Quarto periodo che va dal 1826 ad oggi.
 

Nel 1826 il comune di Serra acquista l’edificio per preservarlo
dalla rovina assoluta, insieme al busto argenteo con le reliquie di
S. Bruno e B. Lanuino. Re Ferdinando II il 21/6/1856 da nuova vita
alla certosa con un decreto. Con a capo un priore, ed alcuni
certosini provenienti dalla certosa di S.Martino (Napoli) e
nonostante i mezzi precari costoro danno vita alla rinascita della
comunità e all’inizio dei lenti e faticosi lavori di ricostruzione. La
risistemazione durò fino al 13/11/1900 giorno in cui venne
consacrata la chiesa.
Dove si conservano le reliquie di S. Bruno (all’interno del busto
argenteo del santo, posto sull’altare) e del Beato Lanuino.
Sull’urna contenente le reliquie vi è una scritta che recita:
“in morte quoque non sunt divisi”
Della vecchia certosa restano alcune tracce:
La sala del capitolo, il refettorio, i ruderi della certosa e del
chiostro dei procuratori. Con un imponente fontana granitica del
600, le torri costruite nel 1534 e le mura di cinta oggi, annesso
alla certosa tuttora funzionante e pertanto inaccessibile, è stato
creato un museo della certosa, che ripercorre attraverso
testimonianze le tormentate vicende di questo luogo.
La certosa di Serra San Bruno riveste una fondamentale
importanza nella storia dell’ordine per i seguenti motivi:
fu fondata da San Bruno, è il luogo dove sono tutt’ oggi
conservate le spoglie mortali del Santo ed infine ma non ultimo,
perché è stata la prima certosa istituita su territorio italiano.
In prossimità della certosa prima di giungere alla piccola chiesa
di S.Maria del Bosco, troviamo un caratteristico laghetto
artificiale, con all’interno la statua di S. Bruno, effigiato in
ginocchio e concentrato nel pregare.
Il laghetto fu creato dagli abitanti di Serra nel 1645, ciò a
testimonianza delle dure penitenze (pregare immerso quasi
totalmente nelle acque gelide dei torrenti) a cui si sottoponeva il
Santo. Oltre la grande scalinata in pietra che conduce a S.Maria
del Bosco, si giunge al “dormitorio” ( cella del Santo ed il luogo
della prima sepoltura).
Nelle immediate prossimità, possiamo tuffarci in un bosco
incontaminato fatto di fitta vegetazione e con alberi di alto fusto
(conifere) che come di incanto ci rimanda indietro nel tempo e ci
fa respirare quell’atmosfera cara a S. Bruno, allorquando egli si
rifugiò in questo “desertum” per isolarsi e contemplare. Nell' ultimo secolo la vita monastica si è svolta regolarmente, nonostante i due conflitti mondiali, i monaci sono riusciti a svolgere le loro attività serenamente. Il 5 ottobre 1985, segnaliamo la visita straordinaria del pontefice Giovanni Paolo II, che alla vigilia della festa di San Bruno volle commemorare il IX Centenario della fondazione dell' ordine certosino.

Attualmente le certose di Serra San Bruno e di Farneta (Lu), sono le uniche case maschili attive in Italia dell'ordine certosino.
 

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