MILANO

S.Ambrogio di Garegnano

 

 

Il 19 settembre 1349 l’Arcivescovo di Milano, Giovanni Visconti, donò ai certosini un luogo per erigere una certosa, i lavori per la sua costruzione terminarono già nel 1352, anche se la consacrazione solenne della chiesa avvenne solo nel 1367. Il convento sorse in una zona isolata nel bosco della Merlata, poco distante dalla mura della città di Milano, in un luogo infestato di briganti, chiamato Garegnano. La fama del convento accrebbe grazie alle frequenti visite del sommo poeta Francesco Petrarca, che invitato da Giovanni Visconti, risiedette a Milano dal 1353 al 1361, consentendogli di conoscere la certosa, che apprezzò, tanto da definirla  “bella e nobile”.    

Uno dei primi priori, fu Stefano Maconi che dal 1389 resse la gestione del monastero, ed entrando nelle grazie dei Visconti, nel 1398 convinse Gian Galeazzo a costruire la certosa di Pavia.Con il passare degli anni nel bosco della Merlata, il fenomeno del brigantaggio assunse enormi proporzioni, difatti le scorribande di malviventi nei paraggi di Garegnano mieterono varie centinaia di vittime. L’incubo finì quando i capi dei fuorilegge, Giacomo Legorino e Battista Scorlino, furono dapprima arrestati, e poi selvaggiamente trucidati nei pressi della certosa il 28 maggio 1566. Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo nel complesso monastico si svolsero dei lavori  di ristrutturazione volti all’abbellimento ed all’arricchimento. La chiesa a navata unica, le cappelle ed il capitolo assumono un aspetto sontuoso, il cimitero viene riconsacrato il 6 febbraio 1562. Un ampliamento del chiostro grande, che porterà alla costruzione di nuove celle sarà eseguito nel 1574 ad opera di Sante e Battista Corbetta. Tra il 1578 ed il 1582  a Garegnano il pittore Simone Peterzano, noto per essere stato allievo di Tiziano e maestro del celebre Caravaggio, eseguì gli affreschi del presbiterio e del coro. Nel 1579 la facciata della chiesa, i cortili e la cucina furono interessati da notevoli restauri. Il 26 marzo 1597 altri tre altari e cinque nuove cappelle furono consacrate, rendendo la chiesa splendida. Nel 1629 il pittore manierista Daniele Crespi, realizzò un ciclo pittorico raffigurante la “storia dell’ordine certosino” decorando mirabilmente la volta della chiesa. Questo pittore è legato ad una leggenda che lo vuole omicida, per poter riprodurre realisticamente le smorfie di un moribondo sui suoi dipinti, e che per sfuggire all’arresto si rifugiò presso i certosini. Le vicende storiche che si susseguirono portarono alla soppressione della certosa di Garegnano, voluta dall’imperatore Giuseppe II che il 16 ottobre del 1782 cacciò drasticamente i monaci dal loro contesto. Le celle dei religiosi divennero deposito per le polveri da sparo del Castello Sforzesco, dopodichè un periodo di decadenza ulteriore si abbattè sulla monumentale struttura, che dovette subire gli atti vandalici delle truppe napoleoniche prima e di quelle austriache dopo. La sola chiesa si salvò parzialmente, perchè la notte di Natale del 1783 venne conclamata sede parrocchiale, mentre le celle e gli altri ambienti vennero vendute ai privati. Negli anni trenta si avviarono dei lavori di restauro, ma i bombardamenti del  secondo conflitto mondiale la distrussero ulteriormente. Il chiostro grande già distrutto dai soldati napoleonici, fu ulteriormente profanato per consentire la costruzione della tangenziale. Solo nel 1960 i Frati Minori Cappuccini hanno ripreso la struttura ridando la vita ad un luogo ricco di storia, ma pur sempre oasi di pace e preghiera. Recenti restauri realizzati in occasione del Giubileo del 2000, hanno donato nuovo lustro alle opere ed alle architetture volute dai certosini come cornice del loro “desertum”.