CURIOSANDO

In questa sezione troviamo alcuni aneddoti legati all'universo certosino

 

LE REGINE IN CERTOSA

 

                                      

 

 La Regina Guglielmina d’Olanda e la Regina Vittoria d’Inghilterra , sono state le prime e probabilmente le uniche sole donne ad essere state autorizzate eccezionalmente ad entrare all’interno della Grande Chartreuse.

 

 

 

LA REGINA MADRE ("Queen Mum”)

 

Secondo il quotidiano The Sun, la Regina Madre di Gran-Bretagna degustava dello « Chartreuse Giallo » ogni volta che i suoi cavalli partecipavano ad una corsa.

 

 

LA CHARTREUSE

 

                            

 

La chartreuse è un liquore prodotto dai monaci certosini nelle cantine di Voiron in Val d'Isere nella Francia meridionale.

Le origini di questo liquore derivano dal ritrovamento di un antico manoscritto contenente la formula per un “elisir di lunga vita”. I certosini di Vauvert  presso Parigi, dal 1605 conservarono gelosamente quel documento fino al 1737, anno in cui per la prima volta fu prodotto la chartreuse.

Nel 1764 nacque la chartreuse verde composta da 130 erbe con 55°, solo nel 1838 fu creata la chartreuse gialla anch’essa composta da 130 erbe, ma diversamente combinate e con 40°. Dopo molteplici traversie la formula è arrivata ai giorni nostri, tramandata segretamente dai padri certosini. Attualmente è prodotta a Voiron, e solo tre monaci conoscono la ricetta segreta, ed ognuno sa una sola fase della preparazione !!!

 

 

CARTUJANOS

 

 

 Da secoli esiste in Spagna una razza di cavalli purosangue:i « Cartujanos ».Questi furono i cavalli preferiti dai re di Spagna. Durante le guerre napoleoniche la razza si deprezzò in seguito ad incroci approssimativi. Solo due stalloni e sei giumente di “Cartujanos” rimasero puri,e grazie alla perseveranza dei monaci della certosa di Jerez de la Frontiera fu possibile far rinascere questa superba razza di cavalli.

 

 

LA GRANDE-CHARTREUSE

 

 

La Grande-Chartreuse, è sta distrutta dal fuoco e ricostruita ben 11 volte dal 1084 data della sua fondazione. 
La costruzione attuale risale al 1676.

 

 

CRISTOFORO COLOMBO

 

 

Cristoforo Colombo preparò la su famosa spedizione verso le Indie (che porteranno alla scoperta dell’America) nella quiete della Certosa di Siviglia, con l’aiuto dei padri certosini, ed uno di essi fu designato in seguito come suo esecutore testamentario.

 

 

THOMAS MORE (1478 -1535 )

 

 

Thomas More, laico consigliere del re d’Inghilterra Enrico VIII stimato nel Regno ed in Europa spinse la sua fedeltà alla chiesa, fino al martirio. Fu certosino dal 1500 al 1504 nella certosa di Londra. Fu arrestato e rinchiuso nella torre di Londra e poi ucciso nel 1535.

Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono degli uomini politici.

 

 

LA REGINA DEI LIQUORI

 

 

           Alla fine del XIX secolo, la  «Chartreuse-Gialla»            era conosciuta come

“il più grande liquore del mondo” o la “regina dei liquori”.

 



 

IL MASSACRO NAZISTA

 

 

                                               

 

La certosa di Farneta vicino Lucca è stato l’unico convento violato dalle truppe naziste durante la seconda guerra mondiale. Nella notte tra l’1 e il 2 settembre del 1944 un giovane nazista bussò alla porta della certosa, spacciandosi per uno stanco peccatore. I monaci accolsero quel pellegrino aiutandolo e rifocillandolo, ma egli si rivelò un traditore. I nazisti trucidarono 12 monaci e 40 civili, per lo più ebrei, che si erano rifugiati nel convento per scampare alla ferocia nazista. 

 

 

F. CHOPIN E G. SAND

 

 

Nella cella numero quattro della dismessa certosa di Valdemossa, presso Maiorca in Spagna, è stato allestito un museo per ricordare il luogo dove alloggiò il grande pianista. Nell’inverno tra il 1838 ed il 1839, Chopin insieme alla sua compagna, la nota  scrittrice George Sand, realizzò note composizioni. La scrittrice invece trovò l’ ispirazione per scrivere “Un invierno en Mallorca” pubblicato nel 1855. Questo museo è sede del Festival internazionale di pianoforte.

 

 

IL GATTO CERTOSINO

 

 

Molto conosciuto per i suoi occhi color oro ed il suo pelo grigio-blu, questa razza di gatto che miagola raramente, "adeguandosi" alla regola del silenzio, si contraddistingue per il carattere molto docile e socievole. E’ una razza molto antica, introdotta in Europa dall’oriente dai cavalieri Templari. Questi di ritorno dalle Crociate venivano ospitati nelle certose e per ringraziare i monaci dell’ospitalità donarono loro questi gatti. I graziosi felini furono subito accolti nella quiete dei monasteri, laddove trovarono il loro ambiente ideale dandosi alla caccia dei topi che insidiavano i manoscritti ed i granai.

 

I monaci certosini sono anche valenti botanici, ed hanno creato diverse specie, tra queste:

 

PARADISEA LILIASTRUM (GIGLIO DI SAN BRUNO)

 

 

 

 

DIANTHUS CHARTUSIANUM (GAROFANI)

 

 

 

 

OMPHALODES VERNA (OCCHI DELLA MADONNA)

 

 

 

 

VIOLA CALCARATA (VIOLA CERTOSINA)

 

                                                                                  

                                              

IL GRANDE SILENZIO

(DIE GROSSE STILLE)

 

 

Film del 2005 del regista Philip Groning, che documenta la vita dei monaci nella Grande Chartreuse. Per poter realizzare questa pellicola, il regista è dovuto entrare in clausura per cinque mesi, osservando rigorosamente la regola del silenzio. Il film della durata di 164 minuti ci descrive la quotidianità dei certosini scandita dalla preghiera e dal lavoro, immagini affascinanti ed interamente senza dialoghi né colonna sonora.

 

 

 

LA PREGHIERA DELL’AVE MARIA

 

 

L’origine di questa preghiera, pare che abbia origine presso i certosini. Difatti è tra i monaci dell’ordine di San Bruno, che appare inizialmente per poi diffondersi in tutta la Chiesa.

La domanda iniziale: "Sancta Maria, ora pro nobis" ("Santa Maria prega per noi") apparve per la prima volta in un breviario certosino del  tredicesimo secolo. Nel secolo seguente, ancora in breviari certosini, la formula si sviluppa in: "Ora pro nobis peccatoribus. Amen" ("Prega per noi peccatori. Amen"), con talvolta la menzione "Mater Dei" ("Madre di Dio") dopo Maria. Infine, verso il 1350, apparve, sempre in un breviario certosino: "Nunc et in hora mortis. Amen." ("Adesso e nell’ora della [nostra] morte. Amen.").

 

 

IL ROSARIO

 

 

Pare che l’origine del Rosario, come vuole la tradizione, non sia da attribuire all’apparizione della Vergine a San Domenico de Guzman, padre fondatore dei domenicani. Non vi è alcuna testimonianza diretta ma solo una leggenda comparsa molti secoli dopo la morte del santo. La vera origine del Rosario, secondo antiche documentazioni, risale alla prima metà del XV secolo.

Adolfo di Essen priore della certosa di Trevès (Treviri) nei pressi di Colonia, nel 1409 aiutò il giovane monaco Domenico di Prussia, caduto in depressione, iniziandolo ad una  nuova forma contemplativa di recitazione: il Rosario

I certosini da allora si faranno apostoli di questo metodo, diffondendolo largamente.

Più tardi, un domenicano, Alain de la Roche, in contatto con i certosini, scopre frequentandoli il metodo del Rosario di Domenico di Prussia, ma confonde questo con il fondatore del suo ordine generando così la nota ma mendace leggenda. Citiamo una strana coincidenza: Domenico di Prussia, fu studente all’università di Cracovia, di cui Wojtyla era vescovo. Caso o Provvidenza?

Ma il caso, altro non è che la firma che Dio usa quando vuole rimanere anonimo.

 

 

QUADRATO MAGICO

SATOR

 

 

Nell'antica farmacia della Certosa di Trisulti, tra i vari affreschi realizzati dal pittore Filippo Balbi, ce n'è uno con una misteriosa frase in lingua latina, che può essere letta, sempre uguale, in qualunque direzione: da sinistra verso destra, e viceversa, oppure dall'alto verso il basso, e viceversa: "SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS". Inoltre costituisce anche un palindromo potendosi leggere nel complesso, da ambo i lati. Di questa frase, però, ad oggi non è ancora stata data una traduzione soddisfacente e comprensibile, forse una “croce dissimulata” in quanto anagrammandola viene fuori:

 (alfa) A     P A T E R N O S T E R     O (omega)

La presenza dei quadrati magici è segnalata in vari luoghi, molti di questi furono possedimenti templari, forse perché siti di interesse esoterico ?

Al di sopra del quadrato è dipinto un personaggio mitologico con un ramarro verde sul petto, un altro che, con la sua coda, sembra spuntargli da sotto la barba, ed infine una zampa caprina sulla spalla sinistra. Al di sotto compare un'altra scritta misteriosa che recita: "MA IL CAMBIAR DI NATURA E' IMPRESA TROPPO DURA".

 

 

L’OROLOGIO DELLA PIAZZETTA

 

 

 A Capri nel 1807, dopo che i monaci furono costretti per volere dei francesi ad abbandonare la certosa, cominciò la spoliazione del monastero. Fortunatamente, fu prelevato dalla torre campanaria del convento l’orologio, per sottrarlo al degrado, esso fu poi posizionato sulla torre del campanile che si affaccia sull’ arcinota “piazzetta” facendo ancora oggi bella mostra di se.

 

 

UN FILM IN CERTOSA

 

     

 

In alcuni ambienti della Certosa di Padula fu girato nel 1967 il film di Francesco Rosi "C'era una volta...", con Sophia Loren e Omar Sharif. Si riconosce all’interno del film sicuramente la grandiosa cucina, con l’ampio camino, particolare curioso è che le botti attualmente nella cantina sono quelle che furono fatte in occasione del film.

 

LE ORE ITALICHE

 

 

Nel chiostro grande della certosa di San Martino a Napoli, sulla facciata del campanile vi è un orologio solare con quadrante alla romana. Le ore “italiche” erano una misurazione bizzarra del tempo, che fu in uso dalla metà del XIV° secolo e perdurò fino al periodo napoleonico quando venne introdotta l’attuale misurazione. L’orologio disponeva di una sola lancetta che si muoveva su di un quadrante che indicava sei ore Esso segnava le cosiddette ore "italiche", secondo un antico sistema di misurazione del tempo che partiva, anziché dalla mezzanotte come ora, dal momento del tramonto. Il sistema meccanico interno faceva girare una sola lancetta, la quale percorreva quattro giri completi del quadrante nell'arco di ogni giornata.

 

 

 

 

IL DON CHISCIOTTE

 

 

 

 

Nella certosa di El Paular fu prodotta, dai mulini dei monaci, la carta che fu utilizzata per la prima edizione del Don Chisciotte di Cervantes edita nel 1605.

 

  

ELEZIONE DEL PRIORE

 

 

 

Ancora oggi l’elezione del Priore in una certosa, avviene con la massima democrazia. Il voto avviene a scutinio segreto, nella sala del Capitolo, dove in una urna i votanti fanno cadere, un fagiolo bianco per indicare il consenso al candidato, oppure uno di colore nero per esprimere il proprio dissenso.

 

 

LA TRACCOLA

 

 

                                      

Per tutti quei giorni in cui le campane non possono suonare, ovvero durante la Settimana Santa, un fratello converso, in sostituzione del suono delle campane, va in giro intorno al Chiostro Grande con "la traccola",.

La traccola è uno strumento a percussione di legno, che produce brevi e secchi rumori(tric-trac) tramite la rotazione di una lamina flessibile che viene sfregata da una ruota dentata fissata su un manico o su una manovella..

 

  

 

 LA “PRIGIONE”      

 

 

 

Nella certosa francese di Villeneuve-les-Avignon, vi è una rara testimonianza di quegli ambienti tipici delle fondazioni del Medio Evo destinati a celle di rigore o prigione. Questa cella particolare era contraddistinta dagli spazi molto ridotti, circa 12 m² e costituita da un tavolo un camino ed un letto, inoltre su di una parete vi era un lucernario, che consentiva al penitente di poter osservare un altare posto in una stanza prospiciente, per poter seguire l’ufficio. Subivano l’onta di questo luogo, tutti quei religiosi che si concedevano qualche sbavatura alla severa regola certosina.

 

 

 LA DIETA

 

 

 

L’ordine certosino ha mantenuto inalterato nei secoli il proprio regime alimentare, ancora oggi difatti persiste la dieta vegetariana.

Nel XIV secolo il pontefice Urbano V tentò di convincere i certosini a rivedere la regola della astinenza dalla carne. Si narra, che una delegazione di arzilli monaci centenari si recò in visita  a piedi ad Avignone, sede del pontefice, per dissuadere il Papa dimostrandogli che la loro dieta consentiva una invidiabile integrità fisica e mentale.

Tale regime alimentare, nel XVIII fu esteso inoltre, a tutti coloro che venivano ospitati come visitatori nelle certose.