PADULA

Certosa di San Lorenzo




Tommaso Sanseverino affidò ai certosini la realizzazione del
complesso monastico,  in quanto regnando all’epoca gli angioini, i
quali erano particolarmente legati all’Ordine, volle così
accattivarsi per fini diplomatici e politici i regnanti.

La zona del Vallo di Diano, ove la certosa è ubicata, era inoltre
notoriamente paludosa, ed i certosini furono utili per avviare un
programma di bonifica di quei luoghi, finalizzato alla
riqualificazione della produzione agricola nei territori di
proprietà del Sanseverino.

La maestosità di questo monastero, la si percepisce meglio
citando qualche cifra:

52000 Mq

320 stanze

2500 m di corridoi,portici, logge,etc.

300 colonne di pietra di Padula

500 porte

550 finestre

13 cortili

100 camini

52 scale

41 fontane


La pianta del complesso riproduce la forma della graticola sulla
quale venne martirizzato S.Lorenzo, al quale la certosa è dedicata,
così come all’Escurial di Madrid (1563).

Il manico della graticola è raffigurato dalle due braccia dell’atrio.
I ferri della graticola sono gli alloggi dei certosini attorno al
Chiostro grande.

La scala sporgente a semicerchio rappresenta il coppino
dell’untume.

All’origine trecentesca a cui fa riferimento la data 1374, riportata
con caratteri gotici sulla porta della chiesa fanno seguito i
successivi ampliamenti e ammodernamenti.


Nella prima e nella seconda metà del cinquecento, hanno origine i
due cori nella chiesa, la loggia dell’appartamento del priore
nonché la trasformazione del chiostro grande. Nel secolo
successivo e fino al settecento sono gli anni che rappresentano
quelli di massimo splendore per la certosa, nei quali l’aspetto
cinquecentesco si trasforma, viene così realizzato: il refettorio, la
passeggiata coperta e lo scalone.

Nel 1806 la certosa viene depredata dai soldati napoleonici.

Tra il 1810 ed il 1813 avviene un vero e proprio saccheggio di
tutte le ricchezze: quadri, oggetti d’arte libri ed altro. Dopo
essere tornati per un breve periodo, i monaci, per effetto della
soppressione di alcuni ordini monastici, abbandonano nel 1866
definitivamente la certosa la quale diventa bene dello stato.

Nel 1882 viene dichiarato monumento nazionale. Durante la
seconda guerra mondiale diventa campo di concentramento,e
solo nel 1960 che cominciano massicci interventi di restauro
conclusi di recente i quali hanno riportato questa magnifica
struttura agli splendori cui meritava.

Così come in tutte le certose anche qui a Padula vi è un
refettorio, massima espressione della vita cenobitica, nel quale
venivano consumati i pasti comuni di domenica e nei giorni festivi
in assoluto silenzio. Questo silenzio era interrotto dalla lettura di
antichi sermoni certosini o da omelie sacre fatte dall’alto
dell’ambone posto sulla parete laterale. Sullo sfondo una tela
raffigurante le nozze di Caanan opera di Alessio D’Elia.

Attigua al refettorio vi è la cucina nella quale domina la grande
cappa della fornace;

collegata ad essa nel sottosuolo vi sono le grandi cantine con
l’imponente frantoio di quercia e pino datato 1785.

Agli spazi della cucina è legata la notizia della leggendaria
frittata delle 1000 uova fatta dai certosini in onore di Carlo V re
di Spagna ospite dei monaci per due giorni , nell’anno 1534
di ritorno dall’impresa di Tunisi.

Le cronache del tempo ci riferiscono di un altro pranzo celebre
nell’aprile del 1786 in onore di re Ferdinando IV.

A questo
proposito va ricordato che dal 1996, per ricordare
l’avvenimento, nel corso di settembre negli spazi antistanti la
certosa viene cotta una frittata di 1000 uova, conosciuta come la
più grande frittata del mondo!!! Si tratta di un evento
spettacolare e di attrazione turistica,basti pensare alla
maestosità della speciale padella!!!

Alla biblioteca della certosa si accede attraverso una porta posta
a sinistra di un corridoio, prima di giungere al chiostro grande.
Bisogna salire attraverso una straordinaria scala costruita nella
seconda metà del quattrocento, senza un sostegno centrale,e
costituita da 38 gradini che elevano verso la cultura.

Prima dell’ingresso alla biblioteca,dopo lo scalone sono stati
ritrovati, a causa di recenti lavori di
restauro, sotto il pavimento, dei gusci di tartaruga allineati in
misura crescente. Ciò stava a dimostrare la crescita lenta e graduale per elevarsi culturalmente. Inoltre sulla chiave
di volta del portale marmoreo vi è una scritta :

”da al saggio l’occasione,e la sua sapienza aumenterà”.


Il chiostro grande è fra i più grandi chiostri del mondo, misura
infatti 104 m. di larghezza e 149 di lunghezza, e sul perimetro
dove si affacciano le celle dei monaci vi sono 84 pilastri, ne resta
ignota la realizzazione. Al centro vi è una fontana monolitica
datata 1641

In un lato del chiostro troviamo il cimitero dei monaci costruito
nei 1729. L’atmosfera magica di questi ambienti affascina, insieme alla
sintesi della regola, espressaci attraverso una iscrizione posta
sull’arco di una porta, e che recita.”Qui c’e la pace sicura ,qui
l’ingresso ai cieli,rimani qui tranquillo o pellegrino, è qui che ti
attende la vera pace”.

 

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